LEGENDA (vedi foto 1 e 2)
GRAZIA: è la superficie interna delle lame che è concava e che deve avere andamento elicoidale per fare in modo che i due taglienti si incontrino correttamente.
MEZZELUNE/LUNETTE: sono i “cuscinetti” che permettono un corretto scorrimento della forbice. A seconda della loro posizione, contribuiscono, insieme alla curvatura della lama e al serraggio della vite, a creare la giusta coppia di forze tra i taglienti, necessaria per vincere la resistenza del materiale da tagliare
BISELLO DI TAGLIO: è la superficie posta all’esterno della lama che incontrandosi con la grazia crea il taglio vero e proprio
TAGLIO: angolo di incontro tra bisello di taglio e grazia
CURVATURA DELLE LAME: è appunto la curvatura delle lame necessaria per far tagliare lo strumento per tutta la sua lunghezza. Essa è variabile a seconda della resistenza del materiale da tagliare e dal consumo delle lame.
Ma come funziona una forbice e quali sono le forze che agiscono durante il suo funzionamento?
Innanzitutto possiamo definirla come l’accoppiamento di due leve di primo grado, dove il fulcro è rappresentato dalla vite, il braccio della potenza è costituito dalla lunghezza dei manici, mentre il braccio della resistenza sono le lame nella loro lunghezza (foro vite-> punta). A seconda del tipo di forbice, le leve (le 2 mezze forbici) possono essere vantaggiose o svantaggiose. Sono svantaggiose quando il manico (braccio della potenza) è più corto delle lame (braccio della resistenza) e viceversa. Per materiali ostici da tagliare o particolarmente resistenti, sarà necessaria una forbice con lame corte e manici lunghi (vedi forbici per unghie, chirurgia, cesoie per lattoniere, ecc.), mentre per materiali più cedevoli, dove si richiedano tagli lunghi, tipo stoffa o simili, sarà preferibile avere manici più corti e lame più lunghe, dato che in questo caso la resistenza opposta dal materiale da tagliare è minore.
Oltre alla forza impressa dall’operatore sulle lame, esiste anche quella esercitata dalla vite, più o meno serrata, che consente ai due tagli di restare a contatto su tutta la loro lunghezza durante la chiusura, contrastando la tendenza a divaricarsi, dovuta alla resistenza esercitata dal materiale da tagliare. Esiste anche l’attrito creato dalla sfregamento
di tre superfici durante l’utilizzo: la sede della vite, le lunette/mezzalune e i due taglienti. Infine c’è anche la forza esercitata dalla curvatura più o meno accentuata che ogni lama di questo attrezzo deve avere. In particolare
quest’ultima può essere da quasi inesistente (vedi forbice da parrucchiere dove si predilige lo scorrimento e il materiale da tagliare è debole) a più marcata (vedi forbici con lame molto lunghe o particolarmente consumate, dove per compensare l’inconsistenza delle stesse la si aumenta)L’effetto di taglio è dato dall’incontro dei due fili, cioè gli angoli acuti sulle lame dati dall’incontro tra grazia e bisello esterno.
Senza voler annoiare il lettore con particolari tecnici, descriviamo le operazioni fondamentali che un arrotino deve eseguire per ottenere un risultato ottimale:
1. SMONTAGGIO (foto 4): sembrerà banale, ma la forbice va SEMPRE smontata per essere arrotata (tranne rarissime eccezioni dove l’usura del taglio è minima). Solo in questo modo si possono ripristinare la grazia in tutta la sua lunghezza e la lunetta, superficie che deve essere ribassata rispetto alla grazia.
2. ARROTATURA SU MOLA (foto 5): in questo passaggio vengono ripristinate la grazia usurata, le lunette, la curvatura delle lame ed eventualmente corrette le irregolarità del bisello di taglio. Quest’ultima operazione va effettuata prima della grazia e della lunetta perché, se effettuata dopo, può far variare in modo indesiderato la curvatura delle lame.
3. BRUNITURA (foto 6): grazia e lunetta grezze vengono lucidate per migliorare lo scorrimento delle lame e l’estetica della forbice. Si tratta di un’operazione molto delicata perché si rischia di arrotondare il taglio se eseguita con supporti inadeguati e mano inesperta. Esistono delle mole speciali (vedi bachelite) che consentono di saltare o abbreviare notevolmente questa operazione.
4. LUCIDATURA: le eventuali ossidazioni sui manici e sull’estern lama vengo rimosse tramite delle speciali spazzole. L’interno lama viene lucidato leggermente per rimuovere eventuali residui di paste abrasive.
5. RIPRISTINO DEL BISELLO DI TAGLIO su mola. In questo modo si ravviva l’angolo di taglio che è dato dall’incontro tra la superficie della grazia ed il
bisello di taglio. A seconda della tipologia di acciaio della forbice e del suo uso, può avere una finitura più o meno grezza. In alcune tipologie di forbici e cesoie, uno dei due biselli può essere microdentato con mola apposita (taglio fibre sintetiche, kevlar, pelle, ecc.)
6. MONTAGGIO E AGGIUSTAGGIO DELLE PUNTE su mola e pulitrice.
7. PROVE DI TAGLIO su diverse tipologie di stoffa
Se per un arrotino il coltello è una delle tipologie di lavorazione più ”semplice” (per modo di dire), quella della forbice diventa più complessa per la necessità di accoppiare due taglienti che lavorano in maniera complementare e simultanea.
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Testo e foto: Coltelleria Valesio